Erri De Luca, assolto per il reato di istigazione al sabotaggio.
L’assoluzione di De Luca, nel processo per istigazione al sabotaggio conclusosi qualche giorno fa, rappresenta prima di tutto una vittoria per la democrazia e per la libertà di parola. Condannare una persona per un reato di opinione sarebbe stato un errore, e soprattutto avrebbe riportato il nostro paese molto indietro nel tempo. De Luca nella ormai famosa intervista ad una trasmissione di Radio Due, ha espresso una sua opinione, condivisibile o meno, ma comunque legittima. Viene da riflettere però sul perché De Luca ha detto quella frase e sul ruolo che lo scrittore adesso ricopre essendo divenuto un martire o comunque un simbolo per i gruppi no tav. Ma soprattutto le parole di De Luca, che difendono i sabotaggi ai cantieri dell’alta velocità, devono far riflettere, non tanto perché costituiscono reato, ma per ciò che rappresentano. De Luca infatti con quella intervista a difesa di chi usando la violenza va a distruggere e sabotare i cantieri, si è schierato apertamente con la parte più estrema del fronte No Tav. Inoltre capiamo come lo scrittore, attraverso quelle frasi ed il successivo processo in cui ha ripetuto gli stessi concetti, cerchi di legittimare l’uso della violenza come forma di protesta, ergendosi, in questo modo a rappresentante, di tutta quella parte di radicalismo antagonista tuttora presente nella sinistra italiana. Una sinistra che ancora oggi non riesce a staccarsi da un retaggio culturale della vecchia sinistra sessantottina e soprattutto degli anni Settanta. La violenza come legittima forma di protesta e di lotta, fa parte del DNA del radicalismo di sinistra italiano, da cui non ci si riesce ad affrancare, tanto che i principali esponenti di questa parte politica, di cui De Luca con queste frasi è divenuto rappresentante, continuano a giustificare la violenza e il sabotaggio ogni volta che vengono messi in pratica durante qualsiasi manifestazione. Questo è avvenuto nel recente passato in modo costante ogni volta che viene organizzata una manifestazione, dal No Expo, al No Tav, dalle manifestazioni No Global, alle proteste contro la banca centrale. Lo violenza di alcuni gruppi di delinquenti viene sempre difesa e legittimata da tutta la dirigenza politica di questi movimenti. De Luca con queste sue dichiarazione ha solo ribadito questo concetto e si è innalzato a rappresentante di questa corrente di pensiero, che è semplicemente la base culturale di una parte della sinistra radicale italiana.
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